La Chiesa
27 Ott 2009 Categorie: | Commenti disabilitati su La Chiesa
La storia (da : “ Due parroci un centenario”)
Le origini
Il nome primitivo della Borgata era “Vezzolano”. I fedeli appartenevano alla Parrocchia Sant’Agnese in Vercelli; poiché la chiesa distava circa tre chilometri i fedeli presero a frequentare il monastero con annessa chiesa dedicata alla gloriosa assunzione di Maria Vergine dal titolo di S. Maria di Vezzolano che sorgeva ad un miglio circa e quindi più vicina e più comoda.
Chiesa e monastero erano officiati da un preposto e da alcuni canonici regolari, viventi secondo la regola di Sant’Agostino.
Con la bolla di Papa Alessandro III datata 10 luglio 1176, documento autentico conservato negli archivi, il pontefice assunse sotto la protezione Sua e della Santa Sede la chiesa di S. Maria del Vezzolano, il suo preposto ed i suoi canonici volendo che si conservasse perpetuamente l’ordine secondo le regole di Sant’Agostino.
La collegiata continuò fino alla metà del XV secolo, quando a causa delle rendite ridotte venne trasferita la commenda con il titolo di priorato al signor Marco de Tenda dei conti di Ventimiglia.
Un secolo dopo quando il priore Bernardo Langosco Stroppiana rinunciò alla commenda, il Vescovo introdusse i religiosi Padri Cappuccini di S. Francesco a cui furono affidati la chiesa ed il monastero annesso.
Oltre alla chiesa vi era pure il cimitero ove venivano sepolti i fedeli della borgata e delle cascine circostanti.
I Frati rimasero per 72 anni, e precisamente fino al 1627.
Partiti i Frati Cappuccini la borgata prese il nome di “Cappuccini Vecchi” e per moltissimi anni continuò a chiamarsi così.
A Cappuccini venne assegnato un Sacerdote con l’obbligo di celebrare la Santa Messa, insegnare il catechismo e di celebrare le funzioni pomeridiane.
I fedeli si accollarono volentieri le spese dovute per il Sacerdote.
Nel 1823 una terribile alluvione danneggiò gravemente la chiesa ed il cimitero, tanto che per salvare la parte più grande della costruzione fu necessario abbattere la Cappella in cui era conservata la reliquia di Santa Colomba.
Gli abitanti della borgata ed anche altri si affollarono per trasportare le salme dal cimitero e per asportare dalla Chiesa mobili ed arredi.
Mons. Giuseppe Grimaldi, l’Arcivescovo di Vercelli fu costretto ad interdire l’accesso al cimitero ed alla Chiesa.
Nel dicembre 1824 venne firmato il contratto di compravendita per il terreno per la costruzione della nuova chiesa ed i lavori furono affidati all’impresario Carlo Larghi.
Nell’ottobre del 1839 la costruzione della chiesa grazie alle sottoscrizioni ed alla popolazione è quasi terminata, mancano ancora la volta ed il pavimento.
Il 30 novembre 1839 l’Arcivescovo di Vercelli, Alessandro dei Marchesi d’Angennes benedice la chiesa consacrandola alla B.V.M. Assunta in Cielo, il Rev. Don Giuseppe Morelli della Parrocchia di Sant’Agnese venne nominato Cappellano.
Nel 1844 il materiale ricavato dalla demolizione dell’oratorio dedicato a San Silvestro, utilizzato per celebrare la Santa Messa dopo la distruzione della Chiesa di S. Maria del Vezzolano, venne utilizzato per la costruzione del campanile.
Finalmente il 20 luglio 1866 l’Arcivescovo di Vercelli decreta la nascita della Parrocchia di Cappuccini sotto il nome di S.M. Assunta in Cielo e il Beneficio parrocchiale; Don Alberto Giordano viene nominato Parroco della nuova parrocchia eretta nella località detta Cappuccini Vecchi.
Don Alberto Giordano resse la parrocchia per quarantuno anni e precisamente dall’agosto del 1866 al 17 giugno 1907.
Tuttavia i lavori non sono finiti, manca la casa parrocchiale ed il nuovo parroco è costretto a prender in affitto alcune stanze per alloggiarvi, nel frattempo in chiesa si innalza il pulpito, e grazie a donazioni vengono posati i gradini in marmo con predella che circondano l’altare e la balaustra che cinge la cappella della Madonna delle Grazie.
Don Alberto Giordano si prodiga per la costruzione di un nuovo cimitero, trovato il terreno ed acquistatolo iniziano subito i lavori di sistemazione, nell’agosto del 1871 terminata la debita recinzione si pensa alla Benedizione del Cimitero.
I parrocchiani desiderosi di costruire la casa parrocchiale pensano di fornire dei mattoni costruendo una fornace per la cottura dei mattoni necessari, chi offre il terreno per impiantar la fornace, chi offre la terra per i mattoni, ma infine mancano i mezzi necessari per avviare la fornace stessa.
Il 27 agosto giorno dedicato alla Madonna d’Oropa don Alberto s’incontra con un sacerdote forestiero, proveniente da Torino, che si impegna a provvedere al necessario per la costruzione della casa parrocchiale.
Finalmente nel novembre del 1874 vengono ultimati i lavori della casa parrocchiale adiacente alla chiesa.
Nel giro di qualche anno viene avviata la costruzione di un asilo infantile e poco prima della morte del Rettore vengono destinate quattro suore di Santa Margherita, tre per l’assistenza ai bimbi ed una per il laboratorio di cucito per le ragazze di Cappuccini.
Tre giovani della Borgata entrano in Seminario, nel settembre del 1890 fu consacrato sacerdote Don Giuseppe Rosso, primo sacerdote di Cappuccini, purtroppo morì giovanissimo a causa di una gravissima malattia.
Nel 1892 don Francesco Rosso venne consacrato sacerdote, egli rimase a fianco del Rettore per 40 anni prendendosene cura e coadiuvandolo nella gestione della parrocchia.
Il terzo sacerdote, don Giuseppe Tagliabue venne destinato alla chiesa di San Michele ma purtroppo la sua salute cagionevole lo condusse alla morte a soli ventisette anni.
Don Giuseppe Pollone

Il nuovo sacerdote porta subito grandi innovazioni fra cui i decori nella chiesa parrocchiale, inoltre per contrastare l’alto tasso di mortalità infantile poiché le giovani mamme dovevano abbandonarli per troppe ore per andare a mondare il riso, destinò una parte dell’asilo infantile in asilo nido, con personale specializzato.
Sempre attento alle necessità ed ai problemi della sua comunità negli anni difficili delle guerre don Giuseppe Pollone si prodiga per il bene della sua popolazione cercando di difendere tutti i valori religiosi e morali, portando conforto alle famiglie più povere e più deboli.
Nel 1915 viene collocata la grande statua in onore della patrona della chiesa parrocchiale, Maria Assunta in cielo; scultore Cav. Porzio e decoratore Alberto Demarchi.
Risale al 1926 la sostituzione del pavimento della chiesa parrocchiale, mentre nell’anno successivo si è resa necessaria la manutenzione del tetto con sostituzione dei travetti e canali di scolo.
Nel 1931 il sacerdote fa sostituire le tre campane con un concerto di cinque; sostituisce le vetrate deteriorate; quattro anno dopo viene collocato il nuovo Battistero ed ingrandito l’organo, incarico affidato al Sig. Krengli di Novara, mentre il falegname Tagliabò Alessandro scolpisce la grata della balconata del coro.
Nel 1939 vengono sostituiti i banchi e costruito il tabernacolo di sicurezza.
Con una solenne cerimonia vengono bendette le due grosse campane consegnate cinque anni prima per fornire metallo per i cannoni; siamo nel 1948, si inizia la ricostruzione.
Nel 1963 entra in funzione l’impianto di riscaldamento della chiesa parrocchiale.
Per raggiunti limiti di età nel 1968 Don Giuseppe Pollone rassegna le dimissioni, e al suo posto viene nominato Don Giuseppe Bianchetti.
Purtroppo un triste destino attente il nuovo parroco: il 4 gennaio 1970, ad un anno dalla sua nomina a Cappuccini, un’auto impazzita travolge il corteo funebre che accompagnava alla chiesa parrocchiale la salma di un defunto. Nell’incidente muoiono cinque persone: il sacerdote, due chierichetti un uomo ed una donna mentre i feriti ammontano a 21.
Don Paolo Orecchia
Il 22 marzo 1970, Domenica delle Palme, con una Solenne Celebrazione Eucaristica Don Paolo Orecchia fa il suo ingresso nella comunità parrocchiale di Cappuccini
Don Paolo Orecchia nato a Livorno Ferraris il 28 agosto del 1922 dopo l’ordinazione sacerdotale all’età di 22 anni, viene nominato vice parroco ad Asigliano. Successivamente destinato alla parrocchia di Trino V.se cui seguono Palestro, San Lorenzo a Vercelli, Roasio Santa Maria fino a quanto l’Arcivescovo Mons. Albino Mensa lo nomina parroco dei Cappuccini.
Conscio del compito arduo di guidare una comunità considerata piuttosto difficile, Don Paolo organizza un primo gruppo di catechisti che si incontra il giovedì sera, ed avvia il servizio della Parola con la lettura domenicale dei brani biblici durante la celebrazione eucaristica.
Nasce anche un coro che sotto la direzione del sig. Sergio Trotti anima le celebrazioni liturgiche.
Intanto nella comunità giunge un gruppo di Marianisti, una congregazione di religiosi che fonda una comunità aperta per aiutare i più bisognosi.
A loro si unisce poi Don Alberto Colombo, sacerdote che aiuta Don Paolo nella conduzione della parrocchia.
Grazie anche al loro contributo viene fondata una tipografia a cui seguono molte iniziative parrocchiali fra le quali l’organizzazione di un piccolo cinematografo nei locali dell’asilo, un giornaletto, conferenze, oltre ad attività varie, giochi e gite.
Nel 1971 il parroco provvede ad opere di conservazione dei tetti, sia della casa che della chiesa ed alla sostituzione di una parte dei pavimenti nella casa parrocchiale.
L’anno successivo procede alla risistemazione del Presbiterio adattandolo alle nuove disposizioni liturgiche.
Il nuovo altare viene consacrato nel 1973, e viene anche restaurato il coro ligneo.
Al vecchio organo viene applicato il funzionamento elettrico del mantice e rinforzata l’incastellatura delle campane.
Nel 1978 vengono applicati i mosaici della nicchia del tabernacolo dello sfondo del Crocifisso e della Madonna delle Grazie.
Intanto l’asilo non più autosufficiente viene ceduto al Comune di Vercelli mentre le suore della Carità rassegnano le dimissioni.
Non ci sono più aule per il catechismo, per l’aggregazione e la crescita cristiana, è ormai indispensabile la costruzione dell’oratorio.
Per il Rione Cappuccini sono anni di cambiamenti, la parrocchia che comprende anche Carengo e Canton Billiemme conta circa 3000 abitanti.
Si vive un accentuato incremento demografico dovuti a nuovi massicci insediamenti, che determinano cambiamenti culturali e sociali, religiosi e morali.
Anche gli antichi ceppi familiari ed i loro nomi si mescolano a nomi ceppi e dialetti originarie da tutta Italia.
La vita sociale sta cambiando e quello che era un rione di ranatè, di pescatori, di muratori, di mondariso e di contadini sta diventando un rione di operai, inservienti, impiegati, professionisti e pensionati.
Don Paolo Orecchia rimane a Cappuccini fino al 1999 quando il Sacerdote decide di ritirarsi alla Casa del Clero, dove, nominato Monsignor Canonico della Cattedrale di Vercelli, rimane fino alla sua morte.
I suoi resti mortali riposano nel cimitero dei Cappuccini, nella tomba dei parroci